Il forte sviluppo sta spingendo gli investimenti degli italiani in Brasile. Le opportunità da cogliere sono tante: dalle obbligazioni alla azioni fino agli immobili e ai terreno, anche se chiaramente non mancano i rischi
Con un Pil nominale di 2,1 mila miliardi di dollari e circa 12 mila dollari pro-capite, il Brasile, uno dei più importanti paesi emergenti, è la sesta economia del pianeta, davanti all’Italia, sebbene negli ultimi anni la crescita abbia subito un rallentamento, tanto da risultare di appena lo 0,7% medio nel periodo gennaio-settembre 2012.
Nonostante questo rallentamento del ritmo di crescita molti italiani che continuano a investire in Brasile.
Solitamente, quando si parla di investimenti in Brasile il pensiero corre subito agli investimenti immobiliari.
Decidere di comprare immobili in Brasile significa recuperare con l'affitto, in pochi anni, tutto il capitale investito. Il mercato è in continua crescita e non c'è alcun segnale di rallentamento. Tuttavia non è semplice, perché non tutti conoscono bene il mercato brasiliano, le sue leggi e la sua burocrazia. Quando si decide di comprare un immobile in Brasile, occorre seguire tre passi fondamentali.
Al fine di sostenere l’investitore straniero, il Dipartimento di Promozione Commerciale e di Investimenti del Ministero delle Relazioni Estere del Brasile ha preparato, in collaborazione con il Centro Studi Società Legali (CESA) una guida con informazioni su: sistema giuridico in Brasile; regime di cambio brasiliano; forme di società; sistema fiscale; leggi sull’antitrust, sul lavoro e sull’ambiente; privatizzazioni; contenzioso civile e commerciale; diritti del consumatore in Brasile; ecc.
La Guida è disponibile a questa pagina.
Con pochi soldi il rischio di perdere tutto è enorme. Ovviamente dipende dalle capacità personali e da come si voglia vivere. Se siete disposti a vivere in una “favela” e a mangiare riso e fagioli ve la caverete benissimo; se invece volete avere un’auto, una casa decente e cibo all’italiana, allora la vita non è poi così a buon mercato. L’auto è considerata un bene di lusso e la benzina costa come in Italia; un po’ meno, a dire il vero, ma ha una resa inferiore del quaranta per cento, quindi alla fine... Poi c’é il capitolo delle multe: passare col semaforo rosso, tanto per fare un esempio, può costare mezzo “salário mínimo”. In conclusione le persone a cui consiglio di più il Brasile sono i pensionati o coloro che possono vivere di rendita. Qui con mille euro al mese si vive benino e con questi soldi ci si possono permettere cose che in Italia non si potrebbero fare. Inoltre i visti di permanenza per pensionati sono facili da ottenere».Con trentamila- quarantamila euro da investire, in un paese in via di sviluppo, come il Brasile, si riesce ad aprire un piccolo bar, avviare una piccola attività o addirittura comprare una casa.
Il Governo Brasiliano sostiene le piccole imprese e le favorisce con sgravi fiscali (al contrario dell’italia, dove spesso sono penalizzate, ad esempio con l'introduzione degli studi di settore), sarà quindi facile inventarsi qualcosa..".
Investire in Finanza
Obbligazioni Brasile: le opportunità del mercato
Per coloro che, invece, volessero puntare sugli investimenti a reddito fisso, si prospettano due tipi di riferimenti temporali: i bond fino a due anni e i bond con scadenza superiore ai due anni. I primi sono soggetti all’Imposta sulle Operazioni Finanziarie del 6%, da cui sono escluse le obbligazioni superiori a due anni. In ogni caso, invece, bisogna applicare la ritenuta del 15% sugli interessi corrisposti dall’emittente.
Lo scorso anno, poi, il governo brasiliano ha imposto alle società che le loro emissioni di durata superiore ai 4 anni vengano indicizzate all’indice dei prezzi (IPCA) o al tasso di riferimento. Quest’ultimo è stato fissato negli anni Novanta e si basa sulla media dei tassi di 30 istituzioni bancarie internazionali. In questo modo, il governo intende incoraggiare gli investimenti di lungo periodo, scoraggiando al contempo l’afflusso speculativo di valuta straniera di breve termine, che ha determinato l’apprezzamento del real del 40% dal 2008 ad oggi. Infatti, un paio di anni fa è stata innalzata l’aliquota sui bond fino a due anni dal 5,38% al 6%.
Tuttavia, lo scarso risultato conseguito (il real si è rafforzato nel corso del 2012) e la guerra commerciale con l’Argentina lasciano intravedere una politica di svalutazione della moneta contro il dollaro, in modo da rilanciare le esportazioni ed evitare che affluisca eccessiva valuta estera nel Paese. Questo dovrebbe consigliare prudenza a quanti vorranno lanciarsi nel mercato a reddito fisso, perché la svalutazione a cui potenzialmente potrebbe essere soggetto la valuta brasiliana potrebbe annullare in tutto o in parte il rendimento offerto dalle obbligazioni carioca, una volta rimpatriato l’investimento. O peggio, divorare parte del capitale, anche se non ci si attende una mossa molto aggressiva di politica monetaria.
Borsa brasiliana: le azioni più appetibili
Al contrario, la solidità finanziaria del Paese (debito pubblico al 37% del pil), insieme a prospettive in crescita per le sue società quotate, stanno determinando una convenienza all’investimento nei titoli azionari carioca.
Tra tutti, spiccano i fondi iShares MSCI Brazil Index Etf, che detiene 70 titoli finanziari, di materie prime ed energetici. Il dividendo è del 2,85% e le possibilità di plusvalenze nel lungo termine sono notevoli. Al contrario, il Market Vectors Brazil Small Cap è un fondo d’investimento incentrato sulle società a più bassa capitalizzazione, che gestisce un patrimonio di 467 milioni di dollari e che distribuisce un dividendo del 2,76%. Trattandosi di titoli di società di largo consumo, anche in questo caso le potenzialità di lucrare grosse plusvalenze nel tempo sono piuttosto ampie, specie dati i bassi valori attuali delle azioni quotate.