Nonostante una crescita edilizia impetuosa, i mondiali di calcio alle porte e una classe medio-alta capace più di apprezzare design e alta gamma, Brasile e Sudamerica crescono in percentuale, ma restano in fondo alle classifiche dei nostri partner per l'export.

Se dal 2005 al 2011 le esportazioni di mobili made in Italy verso il Brasile sono aumentate da 9 a 18,4 milioni di euro, nel 2012 (secondo i dati del centro studi Cosmit/FederlegnoArredo) il comparto ha fatturato nel Paese appena 35 milioni di euro, comunque un +24% rispetto al 2011. Ma, in rapporto agli altri Paesi Bric, un dato imparagonabile rispetto agli 801 milioni di euro di vendite verso la Russia, ai 170 milioni della Cina e ai 68 milioni verso l'India.

Il problema sono sempre i dazi, che sul comparto possono pesare dall'80 sino al 100% del valore della merce. Da Kartell spiegano: «Abbiamo 7 negozi in Brasile e la loro sensibilità è vicina alla nostra. Ma produrre lì, moltiplicare gli stampi e gli investimenti non ci conviene. Preferiamo produrre in Italia e operare con un partner locale per l'assemblaggio».

Opposta la scelta di Natuzzi «Nel 2001 – spiega Pasquale Natuzi – abbiamo aperto il nostro primo stabilimento a Simoes Fhilo, nello stato di Bahia. Nel 2004 ne abbiamo aperto un altro a Pojuca, sempre nello stesso Stato. La strategia era produrre divani e poltrone ed esportarli negli Stati Uniti.

Quando l'esportazione verso gli Usa è diventata meno conveniente, per la forte rivalutazione della moneta locale, ci siamo concentrati sul mercato interno, facendo leva sulle proiezioni di crescita del Paese. Nel 2012 le vendite nel mercato brasiliano sono cresciute dell'84% rispetto all'anno prima. Tra negozi e gallerie – conclude Natuzzi – abbiamo 45 punti vendita nelle più importanti città brasiliane».

Potenzialità elevata

Il Brasile è il nostro 46° partner. L'export è cresciuto a due cifre, ma in valore assoluto l'importo resta basso (35,57 milioni di euro)

+24,6%