Il Paese del samba si è trasformato in un vero e proprio Eldorado per chi ama rateizzare tutto, anche gli acquisti minori da 100 reais, l’equivalente di appena 40 euro. L’obiettivo, nobilissimo, è ampliare la base creditizia, consentendo anche ai ceti più umili – che grazie al boom, da povere sono diventate classe media negli ultimi anni - di trasformarsi in consumatori attivi.

L’esperimento, vista la predisposizione della popolazione all’imitazione del modello consumistico statunitense più che di quello europeo, è riuscito bene: il credito verde-oro è schizzato in su del 516,4% negli ultimi 10 anni, arrivando alla cifra record di 2,2 trilioni di reais, quasi un miliardo di euro. È infatti sufficiente dimostrare di avere un lavoro regolare, con relativo libretto e versamenti effettuati all’Inss, l’Inps locale, perché la banca dove il cliente ha depositato anche sole poche centinaia di reais, oltre alla carta di credito, conceda anche finanziamenti a tassi agevolati per l’acquisto di automobile e casa.

Certo è che a volte questo modus operandi favorisce gli eccessi, soprattutto quando alla rata non c’è alternativa. L’ex direttrice dell’Istituto italiano di cultura di Sao Paulo, abituata agli acquisti in contanti, alla sua richiesta di pagare cash un televisore al plasma, pochi giorni fa si è sentita rispondere così da un commesso: «Signora, a quel prezzo glielo posso vendere solo se mi paga con la carta di credito e in dieci rate. Altrimenti, il prezzo sale».

Il rischio, soprattutto se non si tiene d’occhio l’estratto conto, è che con l’abitudine alla rateizzazione di ogni acquisto, l’accumulo degli arretrati, a mo’ di palla di neve che si trasforma in valanga raggiunga un importo superiore alla disponibilità del cliente-consumatore. In tal caso sono dolori, perché gli interessi passivi brasiliani sono i più alti al mondo, in certi casi superano il 200% l’anno.