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Categoria: Politica
Il caso Morales scotta ancora, dopo che nei giorni scorsi i Paesi del Mercosur (Comunita' economica dell'America Latina), Argentina, Brasile, Uruguay, Venezuela (e Bolivia) hanno deciso di richiamare per consultazioni i loro ambasciatori in Italia, Spagna, Francia e Portogallo.
Secondo quanto risulta ad Asca, entro questo fine settimana i rappresentanti dei paesi latinoamericani avranno lasciato Roma, Madrid, Parigi e Lisbona, diretti alla volta delle rispettive capitali. La protesta e' rivolta ai Paesi che il 2 luglio scorso impedirono il passaggio dell'aereo del presidente boliviano sui loro cieli costringendolo ad atterrare a Vienna. Il pretesto fu la presunta presenza a bordo del velivolo, decollato da Mosca, di Edward Snowden, la talpa del 'Datagate' statunitense, da circa tre settimane bloccato in un'area di transito dell'aeroporto di Sheremetevo in attesa - da martedi' - che il Cremlino accolga formalmente la sua richiesta d'asilo. La vicenda in questi giorni e' passata in secondo piano in Italia, a seguito dello spinoso caso diplomatico di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov che, insieme al Viminale, ha trascinato i vertici della Farnesina nel fuoco incrociato delle opposizioni, ma il sospetto e' che abbia aperto un varco ancora piu' ampio nelle relazioni tra l'Unione europea e l'America latina.
Ai propri ambasciatori i Paesi del Mercosur hanno chiesto di tenere alta l'attenzione. In una riunione straordinaria convocata lo scorso 12 luglio i cinque Stati permamenti hanno usato toni duri e avvertito che il caso Morales sara' denunciato nei fori internazionali, compreso il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, di cui l'Argentina e' attualmente membro non permanente. Il testo finale richiama in sede ben 20 ambasciatori incaricati in Europa, ed in particolare a Roma, Parigi, Lisbona e Madrid. Una decisione forte, dietro la quale respira un mercato con oltre 270 milioni di persone, piu' della meta' della popolazione dell'intera Unione europea, con cui dal 1994 le potenze sudamericane hanno elaborato una strategia articolata in due fasi che prevede la conclusione di un Accordo-quadro interregionale e, in un secondo momento, la preparazione di una vera e propria intesa di associazione interregionale tra Ue e Mercosur.
La sterzata compiuta dai governi sudamericani, inoltre, ha visto la presentazione di proteste ufficiali ai rappresentanti diplomatici accreditati a Buenos Aires, Brasilia, Montevideo, Caracas e La Paz. Rispettivamente, per l'Italia sono stati convocati dai ministeri degli Esteri, Guido Walter La Tella (ambasciatore in Argentina), Raffaele Trombetta (Brasile), Massimo Andrea Leggeri (Uruguay), Paolo Serpi (Venezuela) e Luigi De Chiara (Bolivia), ai quali i ''grandi'' dell'America Latina hanno espresso la loro ''condanna'' per il caso Morales e reclamato spiegazioni e scuse.
Lo stesso hanno fatto con Portogallo, Francia e Spagna. Scuse, pero', formalizzate lunedi' solo dal governo di Madrid, in una nota ufficiale inviata direttamente al governo di La Paz. Sul Prism, e i sospetti di ''spionaggio'' nei confronti della comunita' internazionale, il Mercosur e' stato lapidario: ''Respingiamo con forza l'intercettazione delle comunicazioni e le operazioni di spionaggio nelle nostre nazioni, perche' costituiscono una violazione dei diritti umani, una violazione dei diritti dei nostri cittadini alla privacy e all'informazione''. E ancora: quello americano e' stato ''un comportamento inaccettabile, che viola la nostra sovranita' e danneggia le relazioni fra nazioni''.
Poi, sull'eventualita' di concedere asilo politico a Snowden: ''Ripudiamo qualsiasi azione che possa minare l'autorita' degli Stati di garantire e applicare integralmente il diritto di asilo. Rigettiamo qualsiasi tentativo di fare pressione, minacciare, criminalizzare uno Stato sul diritto sovrano di un paese di concedere asilo''.
Tranchant il ministro degli Esteri uruguayano, Luis Almagro, che a margine dell'incontro ha puntato il dito contro le azioni dei governi europei definendole ''infondate, discriminatorie e arbitrarie''. Ha parlato di una ''situazione grave'' che ricorda una tipica pratica neo-coloniale''. Un ''atto insolito, scortese e ostile - secondo Almagro - che viola i diritti umani e lede la liberta' di transito''. E che, tra l'altro, rischia di mettere in crisi i rapporti commerciali tra le tre principali economie della zona euro (dopo la Germania) e i Paesi del Mercato Comune del Sud, tra cui il Brasile, con cui l'Italia, ad esempio, nel 2011 nutriva - dati Bankitalia - un interscambio dal valore record di quasi 11,7 miliardi di dollari, aumentato del 28,5% rispetto al 2010.
Tra le due aree si respira una chiara sinergia di approcci, sul profilo economico quanto sociale, basti pensare che l'Unione europea e' il primo partner commerciale del Mercosur, che vi esporta il 20% del suo commercio internazionale, e che le esportazioni degli Stati membri Ue verso la regione sono aumentate costantemente nel corso degli ultimi anni, passando - stima Bruxelles - dai 28 miliardi di euro del 2007 ai 45 del 2011.
Sul terreno di questa sfida si innescano anche i passi compiuti dall'Italia verso la regione latinoamericana, ma la scarsa chiarezza sulla vicenda di Evo Morales rischia, ora, di chiudere al Governo Letta un binario cruciale al rilancio della crescita e al superamento della crisi. Le relazioni che il nostro Paese intrattiene con l'America Latina, infatti, ''vanno al di la' dei rapporti istituzionali, includendo gli organismi della societa' civile, le universita', i centri di ricerca, gli enti territoriali e le comunita' di immigrati latinoamericani'', come ha ricordato di recente lo stesso Sottosegretario agli Affari Esteri Mario Giro.
A dimostrarlo sono le 19 ambasciate, i 18 consolati, gli 11 istituti italiani di cultura e i circa 20mila iscritti ai corsi di lingua italiana e le 95 scuole italiane con 11.500 alunni presenti nella regione. Non solo, ad oggi sono circa 2.800 le imprese italiane impegnate nell'area e ben radicati restano i primari gruppi imprenditoriali tra cui Fiat, Eni, Astaldi, Trevi, Terna, Enel, Telecom, Pirelli, Ferrero, Impregilo, Salini e Finmeccanica. Con cio' l'America Latina rappresenta per l'Italia il candidato naturale a una partnership strategica in vista di un mercato oramai globalizzato e rivolto principalmente ai cosiddetti ''Paesi emergenti''.