Due terzi delle vendite nei mercati più remoti, la parte rimanente in Europa. Per le aziende milanesi la rivoluzione copernicana è già avvenuta, con i ricavi nei paesi extraeuropei a valere già il 63% dell'export totale, quasi 17 punti in più rispetto alla media nazionale.

E il presidio dei paesi a maggior crescita, secondo l'indagine di Assolombarda sull'internazionalizzazione, nei prossimi anni è destinato a crescere ancora. Il sondaggio sottoposto a 3600 associati, che viene presentato oggi a Milano nel convegno sul posizionamento delle imprese nei mercati esteri, evidenzia proprio nei Bric's e nel Nord America le aree di sviluppo più rilevanti per le strategie aziendali.

Se in termini di presenza attuale nei mercati esteri, infatti, il podio è attualmente occupato da Francia, Germania e Spagna, nelle intenzioni di sviluppo Usa e Brasile salgono rispettivamente al secondo e terzo posto, con un peso crescente per tutti i Bric's. Crescita per la verità in atto da tempo, considerando che è proprio verso i paesi extraeuropei la proiezione maggiore in termini di export o presenza diretta, commerciale o produttiva.

La quota di export per le aziende di Assolombarda arriva così al record del 37%, superando il 53% per le imprese della meccanica, settore record anche in termini di mercati serviti, arrivati a quota 22, 6 in più rispetto alla media del manifatturiero. In media secondo l'indagine due aziende su tre operano oltreconfine e chi non lo fa identifica nella dimensione l'ostacolo maggiore.

Risultati coerenti con la quota di export sui ricavi, limitata al 30% per le aziende fino a 15 addetti, diciotto punti inferiore rispetto alla fascia 50-249 dipendenti. Una presenza oltreconfine legata non solo all'export ma anche al presidio diretto del mercato, raddoppiato in pochi anni al 28% del campione, in parte attraverso filiali commerciale o uffici di rappresentanza (15%), in parte con produzione in loco (9%).

Presenza diretta realizzata anche grazie al supporto di enti e associazioni, con giudizi in parte diversi. Per i servizi di Assolombarda e Simest la valutazione è positiva nel 91% dei casi, all'estremo opposto banche e società di consulenza, che "scontentano" in media un quarto delle imprese.